Decresce project
Decresce project non analizza solo un modo di pensare, bensì anche un modo di fruire.
Prendere come esempio teorie principalmente economiche, sebbene in larga parte piegate a valenza simbolica o di contestazione, e tentare di applicarle a un'esposizione d'arte, significa tentare in ogni caso una traslazione.
Non solo e non tanto una veicolazione di contenuto quanto un esempio che si attribuisce una modalità di approccio.
L'intervento dei sei artisti è anti economico e anti crescita in una misura di opposizione o negazione. Serge Latouche stesso racconta di preferire il termine a-crescita (come a-teismo) per sottolineare l'opposizione (“a-gnostica” appunto) alla fede economica nella crescita; la stessa fede che trasforma insensatamente il PIL in un indicatore riconosciuto comunemente come sensato del benessere di un popolo.
Dunque si può definire questo lavoro anti-economico nella misura in cui non si sofferma su oggetti in vendita, non ne fa legge; e al contempo anti-crescita perchè realizzato con poco, a partire da preesistenze e da elementi semplici, trovati o negati, decontestualizzati.
Tutto questo, sebbene basico, non è il punto più importante.
Il punto importante è il tempo.
Quello che si nega è il tempo “business”, tempo degli affari e del chiacchiericcio, proprio dell'incontro dovuto per buone relazioni.
Il tempo qui desiderato è invece uno sforzo mentale, dedicato a, quindi ricercatore di attenzioni.
Si parla di un attraversamento: da un lato una pausa, un silenzio, dall'altro un avvicinamento: un momento di visione non distratta, non presuntuosa, meno consumo meno fretta e più avvolgimento.
La vena contestataria insita è nella negazione degli oggetti stessi come immagini date in virtù di immagini-dati, nel senso di portatori di informazioni. Immagine non ricostruita ma riavvolta o rimboccata, come coperte. Si tratta della ricostruzione della propria sensatezza.Dall'uno al tutto ci si muove, dal discorso unitario si va verso le sfaccettate verità del tempo di visione.
Nessun commento:
Posta un commento